domenica 21 giugno 2015

Esplora il significato del termine: Ragazze squillo, De Niro sotto torchioRagazze squillo, De Niro sotto torchio Danilo Mattei Maanger Blog

IL DIVO AMERICANO SFIORATO DA UN' INCHIESTA SULLA PROSTITUZIONE CHE COINVOLGE UN EX 007 DELL' ELISEO E NASCONDEREBBE ANCHE TRAFFICI D' ARMI. L' INTERVISTA

Ragazze squillo, De Niro sotto torchio

Parigi, protesta l' attore: prelevato sul set e interrogato come testimone per quasi tre ore. Secondo il magistrato Frederic N' Guyen e' " persona informata dei fatti " . Ma i legali di Robert lo hanno denunciato. Claudia Cardinale: ma ora non dite che tutto il cinema e' male

----------------------------------------------------------------- Il divo americano sfiorato da un'inchiesta sulla prostituzione che coinvolge un ex 007 dell'Eliseo e nasconderebbe anche traffici d'armi Ragazze squillo, De Niro sotto torchio Parigi, protesta l'attore: prelevato sul set e interrogato come testimone per quasi tre ore Secondo il magistrato Frederic N'Guyen e' "persona informata dei fatti" Ma i legali di Robert lo hanno denunciato DAL NOSTRO CORRISPONDENTE PARIGI - Questa volta Bob non ha potuto recitare. Tutto sembrava come sul set, ma era vero, angosciosamente vero. La polizia della brigata anti - prostituzione arriva a mezzogiorno all'hotel Bristol, nel centro di Parigi e chiede di lui, la star di Hollywood, uno dei piu' famosi e migliori attori dei nostri giorni. Gli fanno delle domande, brusche, senza alcun rispetto. Robert De Niro risponde, ma non convince gli agenti. Se ne vanno e le cineprese tornano a filmare le scene di "Ronin", sotto lo sguardo del regista John Frankenheimer. Lo show, pero', non puo' andare avanti come se niente fosse. Alle cinque del pomeriggio, De Niro viene condotto in questura per un interrogatorio vero e proprio. I gendarmi francesi, che lo avevano cercato venerdi' scorso senza considerare che la grande star era gia' via per il week end, lo tengono sotto torchio per un'altra ora. Intanto, la notizia comincia a fare il giro della citta' e dei circuiti telematici di tutto il mondo: Bob e' incastrato in un giro di call girls, ragazze squillo d'alto bordo per importanti uomini d'affari e dello spettacolo. Alle 18.15 varca il portone del Palazzo di giustizia e il giudice Frederic N'Guyen e' costretto a placare la curiosita' specificando che viene ascoltato solo "in qualita' di testimone" e nulla piu'. L'interrogatorio, tuttavia, va avanti per ore. Provocando le ire delll'attore che fa intervenire pesantemente il suo avvocato Georges Kiejman. "E' inammissibile come e' stato trattato il mio cliente - tuona -: sequestrato per tutto il giorno, senza alcuna discrezione". E annuncia una querela contro il giudice per violazione del segreto istruttorio. De Niro lascia il Palazzo di giustizia soltanto alle 21, in modo discreto, quasi di nascosto. Piano piano, proprio come il dipanarsi della trama di un thriller, si scopre la vera portata dell'inchiesta. Sono coinvolti Paul Barril, un ex agente dei Servizi antiterrorismo della Presidenza della Repubblica, una ex top model, Annika Brumark, un uomo d'affari libanese, alcune grandi societa' e persino l'emiro del Qatar, al quale Barril assicura la protezione ogni volta che lo sceicco Khalifa Hamad al Thani si installa all'hotel Crillon, occupando una ventina di stanze, per trascorrere l'estate. L'inchiesta risale al gennaio dello scorso anno, quando il giudice N'Guyen mette sotto tiro una filiera di prostituzione d'alto, altissimo bordo. La prima a cadere nella rete e' la Brumark, cinquantenne di buona famiglia, di origine svedese, ex modella, un carnet pieno pieno di numeri telefonici: da una parte ragazze splendide, di classe, molte delle quali modelle di poco successo; dall'altra uomini d'affari e personaggi dello spettacolo. Il suo compito e' semplice: fare in modo che gli uni telefonino alle altre, poi il gioco e' fatto. La Brumark nega che si tratti di prostituzione: le donne sono consenzienti, quindi al massimo sono incontri galanti maturati sotto il cielo romantico di Parigi. Ma il giudice scopre che Annika e' in combutta con un fotografo specializzato in magnifiche creature svestite, stese al sole sul bordo del mare. Si chiama Jean - Pierre Bourgeois e di tanto in tanto suoi reportage vengono pubblicati sulle riviste. Soprattutto, vanta molti contatti femminili. A quelli maschili pensa - accusa il giudice - Nazi Al Ladki, un piccolo uomo di sessant'anni dall'aria bonaria che gravita da piu' di vent'anni nell'entourage della monarchia saudita. Nazi vuota il sacco e, come da una lampada magica, vengono fuori poco a poco sceicchi e uomini d'affari, gite piccanti in yacht, viaggi a Marrakech e organizzazione di giovani marocchine da mettere a disposizione dell'emiro del Qatar. E nomi, nomi eccellenti. Pignolo, rigoroso, il giudice N'Guyen annota tutto e manda il dossier ai suoi superiori, i quali lo invitano a procedere con i piedi di piombo limitando l'inchiesta alla Brumark, al libanese e a Barril, il cui ruolo sarebbe stato particolarmente attivo nel traffico da e per il Marocco. Ma N'Guyen non e' tipo da mollare molto facilmente. Sospetta che il giro di prostituzione copra traffici ancora piu' pesanti, di armi, affari al limite del lecito favoriti dalle carezze delle affascinanti modelle. E continua la sua indagine tra i personaggi eccellenti. Passo dopo passo, sono venuti fuori un produttore cinematografico francese, Alain Sarde, un ex tennista polacco, Wojtek Fibak, Brigitte Nielsen e, indagando indagando, anche Robert De Niro, come "testimone a conoscenza dei fatti". Il suo, dunque, non sarebbe stato un ruolo attivo, ma (si suppone) passivo: avrebbe insomma utilizzato la rete. L'attore frequenta costantemente Parigi dal 3 novembre, quando sono cominciate le riprese del film, che dovrebbero andare avanti fino a marzo. Si tratta di un thriller che racconta di sei personaggi coinvolti in un'operazione finanziata da un mandante anonimo, con una misteriosa valigetta ambita da oscuri gruppi internazionali. Chissa' se entrano nel cast anche delle call girls? Ancora una volta, comunque, la realta' ha superato la finzione. ----------------------------------------------------------------- L'INTERVISTA Claudia Cardinale: ma ora non dite che tutto il cinema e' male PARIGI - Moralmente sensibile alle "choses de la vie", alle cose della vita, Claudia Cardinale ha un tono di voce un po' alterato: "Ecco, basta il nome di un attore come Robert De Niro e subito i media si scatenano. Come se il cinema o lo spettacolo in genere fossero luoghi, anzi "categorie" del male assoluto. Aprioristicamente. Ma perche' la stampa non si guarda meglio intorno e perche' non si interroga su se stessa? Perche' non si chiede: noi giornali, ad esempio, siamo proprio al di sopra delle nefandezze quotidiane?". La grande attrice e' riluttante a parlare di Robert De Niro. "Non ne so nulla... E' stato interrogato su un giro di prostituzione. E allora? La situazione e' caotica. Posso solo ripetere che la stampa si lancia su tutto senza verificare". La verita' e' che noi abbiamo telefonato a Claudia per altri motivi professionali, ma il discorso, a causa della nostra fatale malizia (che l'attrice, naturalmente, condanna), scivola sulla vicenda di Robert De Niro. Sara' anche giusto che Claudia Cardinale se la prenda con la stampa. Pero' forse ammettera' che non e' facile, di fronte a un nome come quello di De Niro, fingere di non provare curiosita'. La signora Cardinale non e' convinta: "In questo caso e' doveroso tacere, non perdersi in elucubrazioni. Basta riferire quanto scheletricamente si e' appreso. Verificare? Certo, e' il primo dovere di un giornalista. E non e' mai banale ricordare la deontologia. Nel caso di Robert De Niro, come si fa ad accusare una persona senza sapere esattamente cos'e' avvenuto? Il fatto di apparire sui giornali, talora, suona come una implicita colpevolezza... Basta: non voglio parlare di questa storia". Il mondo del cinema non puo' essere citato come esempio di moralita' aprioristica. Ci sono lati molto bui. La vicenda del povero Toscan du Plantier, il grande produttore, la cui moglie e' stata uccisa in Irlanda... "Eh si', pover'uomo, non si sa ancora nulla - afferma l'attrice -. Insomma, il male c'e' da per tutto. Storie torbide che non si concludono mai, come in Italia. Si trascinano come "mostri" sotterranei. Va bene, De Niro e' stato interrogato per ore, ma io ho spesso l'impressione che si metta il cinema in prima pagina per non parlare di cose piu' importanti. E' inutile scatenare le fantasie con il cinema". "Certo - conclude l'attrice - con il cinema si riempiono i giornali. E si vende, si vende... Sono cose ovvie. Guardi con la povera Diana quello che sono riusciti a fare".
Cingolani Stefano

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